È imperativo che ogni contratto di appalto di lavori pubblici preveda termini chiari e definiti per l’inizio (consegna dei lavori) e per l’ultimazione degli stessi, in linea con quanto disposto dall’Allegato II.14, art. 3 del D.Lgs. 36/2023.
La responsabilità per i ritardi deve essere accertata caso per caso, analizzando le cause specifiche e distinguendo tra quelle imputabili alla stazione appaltante, all’appaltatore, o a fattori esterni (forza maggiore). La normativa prevede specifici rimedi e conseguenze a seconda dell’imputabilità del ritard.
La previsione di penali per il ritardo nell’esecuzione dei lavori da parte dell’appaltatore è un obbligo ai sensi dell’art. 126 del D.Lgs. 36/2023. La loro quantificazione deve seguire i criteri ivi indicati (misura giornaliera tra lo 0,5 per mille e l’1,5 per mille dell’importo netto contrattuale, con un tetto massimo del 10%).
I cittadini dispongono di vari strumenti giuridici (accesso agli atti, istanze al Comune, segnalazioni all’ANAC, esposti alla Corte dei Conti) per monitorare la gestione degli appalti pubblici e sollecitare il rispetto delle tempistiche e la corretta esecuzione delle opere.
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