TUTELA AMBIENTALE A CAPRI: L’AVVISTAMENTO DELLA FOCA MONACA RIACCENDE IL DIBATTITO SULLA TUTELA DELLE AREE MARINE COSTIERE


L’avvistamento di un esemplare di foca monaca nelle acque di Capri, avvenuto ieri, riaccende i riflettori sull’urgente necessità di rafforzare la tutela dell’ecosistema marino dell’isola. Questo raro avvistamento rappresenta un segnale importante ma anche un monito sulla fragilità degli equilibri naturali in un’area di straordinario pregio ambientale.
Come stabilito dalla normativa ambientale (art. 300 del Codice dell’Ambiente), qualsiasi deterioramento significativo e misurabile di una risorsa naturale costituisce danno ambientale, con particolare riferimento alle specie e agli habitat naturali protetti. La tutela delle acque marine costiere e della biodiversità rappresenta un obiettivo primario, come sancito dall’art. 73 del Codice dell’Ambiente, che mira espressamente a “proteggere le acque territoriali e marine” e a “mantenere la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate”.
La situazione a Capri è particolarmente delicata. La scomparsa dei ricci di mare e il declino di numerose altre specie marine sono sintomi evidenti di un ecosistema sotto pressione. Il traffico nautico incontrollato nelle aree costiere rappresenta una delle principali minacce. Come evidenziato dalla recente giurisprudenza TAR Campania è necessario regolamentare gli accosti e gli sbarchi per tutelare l’incolumità pubblica e l’ambiente, specialmente in presenza di un afflusso incontrollato di imbarcazioni che può compromettere gli equilibri ambientali.
La normativa prevede strumenti specifici per la protezione delle aree marine sensibili. L’art. 164 del Codice dell’Ambiente stabilisce che nelle aree naturali protette l’ente gestore, sentita l’Autorità di bacino, deve definire le acque necessarie alla conservazione degli ecosistemi. Inoltre, il Decreto Rilancio all’art. 227-bis ha previsto specifici finanziamenti per rafforzare la tutela degli ecosistemi marini delle aree protette.
L’avvistamento della foca monaca, specie protetta e simbolo della biodiversità del Mediterraneo, deve spingere le autorità locali ad agire con urgenza. È necessario che il Sindaco di Capri ed Anacapri, in sinergia con la Prefettura di Napoli, predisponga immediatamente un piano di delimitazione delle aree costiere, con particolare attenzione alla tutela delle grotte marine e dell’habitat costiero. Le Zone di Protezione Speciale (ZPS) esistenti sull’isola devono essere efficacemente gestite attraverso misure concrete di conservazione, come stabilito dal Consiglio di Stato.
La tutela dell’ambiente marino di Capri non può più attendere. È necessario un intervento deciso che bilanci le esigenze del turismo nautico con la preservazione degli ecosistemi, garantendo la sopravvivenza delle specie marine e la conservazione di un patrimonio naturalistico unico al mondo. Solo attraverso una gestione oculata e sostenibile delle aree marine sarà possibile preservare la straordinaria biodiversità dell’isola.

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